Angelo custode vs Orisha



"...In principio Oloddumare viveva in solitudine nel universo da lui creato:un spazio infinito dominato dal buio,  da fiamme e densi vapori.Un giorno decise di cambiare donando la bellezza ad un mondo così cupo, scatenò la pioggia creando i torrenti, così comincia la metamorfosi di un mondo ostile con la formazioni degli oceani, la terra, i fiumi, le foreste e la creazione dei primi orishas.
Dopo Oloddumare si ritirò dietro il sole ma diede a Obatalà la missione di mettere ordine nel nuovo mondo e creare gli uomini..."
Inizia così la bellissima storia della creazione arrivata a Cuba  nel cuore degli africani yoruba.

I yorubà erano un gruppo etno-linguistico dell'Africa occidentale, che furono deportati a Cuba come schiavi durante il periodo coloniale.

A Cuba è difficile separare la religione cristiana dall'ereditá lasciata dai nostri antenati africani, I colonizzatori spagnoli vietarono la pratica dei loro riti  , costringendoli con il battesimo ad abbracciare il cattolicesimo e gli schiavi mostrarono la loro resistenza  trovando un compromesso tra i santi della religione cristiana e i loro orishas, cercando similitudini attraverso le leggende , i colori che li rappresentano e la vita dei santi.
Fu un processo lungo e doloroso, una lotta  per non perdere la loro identità, che diede origine al sincretismo religioso, non sempre frutto della necessità ma anche della  non comprensione di una religione "utilizzata" nel modo sbagliato.
     
Il pantheon degli orishas  è molto vasto, loro vegliano su di noi come gli angeli custodi, ci proteggono e controllano che ognuno di noi segua il giusto sentiero altrimenti la nostra punizione sarà la reincarnazione fino al compimento del nostro cammino. 
Il popolo yoruba non solo ci ha tramandato la loro religione ricca e complessa, non è la ricerca del filtro d’amore ma è spiritualità, sensualità, è ritmo, grazia e danza, ogni orisha ha le sue movenze, ci hanno lasciato anche delle bellissime leggende(patakì).
Con l'abolizione ufficiale della schiavitù (1880) molti schiavi yoruba, emigrati in zone urbane dell'Avana e di Matanzas cominciarono a praticare con maggiore libertà i propri riti.  In quel periodo, nei quartieri di Regla e nei pressi dell'Avana, si fondano le prime case dedicate a questo tipo di culto. Fu decisivo per una definitiva cubanizzazione della Santeria l'unificazione di diversi culti yoruba in una unica liturgia (la denominata Regla de Ocha).
Vediamo gli orishas più noti:
Olokùn: Il mistero degli oceani. Entità immensa, tanto vasta e misteriosa che l' uomo non ha potuto trovare un'immagine rappresentativa , è il principio vitale.
Elegguà: Padrone delle chiavi del destino, controlla le porte della felicità o delle disgrazie, da lui si diramano tutte le strade della vita, patrone dei viaggiatori.
Uno degli orishas maggiori ed il primo del gruppo dei 4 guerrieri: Elegguà, Oggùn,Ochosi e Osùn, apre e chiude le cerimonie, nella religione cristiana venne identificato con San Antonio di Padova.
Animo mutevole, può essere dolce e giocherellone o irascibile, nelle danze le sue movenze rappresentano un bambino birichino.Imprevedibile come il destino e custode del Ashè, il potere spirituale. I suoi colori sono il rosso e il nero.
Changò: Signore dei tamburi batà, dio della guerra, dei fulmini e dei tuoni.
Racchiude in sè tutte le virtù e le imperfezioni umane, è affabile, lavoratore ma può essere infedele e bugiardo.Si identifica con Santa Bàrbara. I suoi colori sono rosso e bianco. La sua danza è molto suggestiva, danza guerriera ed erotica.
Yemayà: Dea del mare e madre di tutti i santi, protettrice delle donne incinte, dei pescatori e marinai. I suoi colori sono l'azzurro ed il bianco. La sua danza comincia con una fragorosa risata e simula il nuoto o il movimento dei remi. Si identifica con la Virgen de Regla.

Ochùn: Dea dell'amore, della bellezza e la femminilità, vive nel fiume e venne rappresentata come una bella creola, molto sorridente ed ottima ballerina.
Ama i gioielli, il suo colore principale è il giallo, il suo fiore preferito è il girasole, Ochùn è anche curatrice, e manifesta le sue doti con l'acqua ed il miele.

Obatalà:  Il primo tra i grandi orisha, è colui che ha organizzato il mondo e creato gli umani, patrone della mente, dei pensieri e dei sogni. Il suo colore è il bianco rappresentante della purezza, ama la pace ed è molto misericordioso.
Nelle sue rappresentazioni può essere uomo o donna, vecchio saggio o giovane guerriero, si identifica nella Virgen de las Mercedes.

Babalú Ayé: Dio guaritore di numerose malattie , sopratutto della pelle e le menomazioni.Per questo è dunque associato a San Lazzaro. I suoi colori sono bianco e blu. E' uno degli orishas più venerato ed invocato dai credenti, all´Avana esiste un santuario in suo onore (Rincon), dove si recano ogni anno il 17 dicembre migliaia di infermi.
Venne  raffigurato come un mendicante storpio, coperto di piaghe, vestito solo di una poverissima veste bianca. Ma Babalu è anche colui che aiuta chi soffre, il santo a cui tutti chiedono la grazia della guarigione per le persone a noi più care.Apre la sua danza trascinandosi come un malato.

Praticare dei rituali non fa di noi un "santero" , il santero è il sacerdote che ci guida, ci accudisce  e consiglia. La massima gerarchia appartiene al babalao o babalawo.

Vi lascio con  il video di Yusimi Moya, ex ballerina del Conjunto Folklorico Nacional de Cuba e una proposta: amo particolarmente un libro dello scritore cubano Manuel Cofiño,(1936-1987), oltre alla bellezza della narrativa credo che sia un manifesto poetico delle deità della religione yoruba o la santeria cubana, se riuscite nell'impresa di trovare "Cuando la sangre se parece al fuego" (1975) vi auguro una buona lettura..